La fossa è pronta.
L’escavatore è spento a ridosso del cumulo, i giunti idraulici fanno ancora rumore e sembra una bestia che aspetta la preda.
Il protagonista della nostra giornata è un giovane uomo: i verbi della sua vita resteranno coniugati al passato.
Quello che sappiamo delle persone che arrivano, lo leggiamo sui manifesti funebri appesi in città. Quando varcano l’ingresso del cimitero è sempre una sorpresa.
Di solito fissiamo il feretro, per non incrociare gli sguardi dei familiari. Il loro dolore lo possiamo già ascoltare, così preferiamo non doverlo anche leggere.
Ma quando nella prima fila c’è qualcuno che non supera il metro e mezzo, nasce una sorta d’istinto innato che ti obbliga a partecipare, a essere coinvolto, specialmente se il defunto è così giovane.
La bimba non può avere più di sette anni e cammina incredula, occhioni spalancati, guardando per terra. Una mano sta in quella della madre, l’altra stringe qualcosa.
Caliamo la cassa e aspettiamo che il parroco faccia il suo mestiere.
La gente parla; tra i discorsi ne filtra uno:
– Poverina, è così piccina che non sa nemmeno cos’è la morte.
Poi tocca a noi.
Ci avviciniamo alle due estremità del cumulo di terra, dove abbiamo infilato le pale: – Possiamo procedere? – Chiediamo.
La bimba alza la testa a guardare la madre; le scuote la mano e lei sembra tornare: – Aspettate, per favore. La bambina voleva mettere una cosa sopra…
Sempre per la mano si avvicinano tutt’e due.
La piccola lancia qualcosa che cade laggiù, sopra al tappo.
Guardo.
Il mondo si dissolve e vedo soltanto quel piccolo oggetto caduto sulla bara.
E’ di Pyssla.
Le usa anche mia figlia.
Sono quei piccoli cilindretti colorati, usati per costruire immagini o parole, sopra piccole basi; vanno coperte con carta da forno e stirate. I cilindri diventano morbidi e si schiacciano quel tanto che basta per rimanere tutti attaccati insieme.
Come gli affetti.
Quei cilindretti sono un messaggio scritto.
Da sopra si legge alla rovescia.
“ENEB OILGOV IT”.
Mi si piegano le ginocchia quando penso che l’importante è che si legga di sotto.
“TI VOGLIO BENE”.
Forse i bambini non comprendono la morte, ma sanno interpretarla benissimo.