Come il cardo.

Illustrazione di Rita Faccin – Pagina FB: https://www.facebook.com/ArtDropsRita/

 

Te ne sei andato che tirava un vento caldo.
I venti io non li so chiamare, li ascolto soltanto; e da questo, ogni volta che arriva, mi lascio carezzare il volto, in un ricordo di te.
E come te non è impetuoso ma delicato; smuove le foglie piano, le fa tintinnare come quei sonagli che si mettevano in veranda.
Chiudo gli occhi e le ascolto anche oggi le foglie. Anche oggi che il vento è tornato, è caldo e calmo e continuo, mi passa sul volto senza folate, come passasse un panno di seta.
Anche oggi, che è passato un anno e che ti porto fiori nuovi.
Ma di tutti i fiori che ho portato, solo il cardo è nato, spontaneo, sul cumulo che ti copre, di questa coperta di terriccio che fa questi scherzi.
Oppure no.
Forse non è un caso.
La tua dolcezza era mascherata, spesso, di qualcosa di ruvido, come uno scudo, come una difesa; ma non riuscivi a nasconderla, come il cuore di questo bulbo spinoso, che si lascia coprire da fiori viola, quando è tempo.