Il morto.

Tempo fa ho scritto uno stornello in rima e non avevo mai pensato di inserirlo in questo blog. L’ultima strofa è un omaggio al grande narratore di storie Tiziano Sclavi.

Il Morto

Il morto stecchito

Il morto schiacciato

Il morto sparito

Il morto trovato.

Il morto che incanta

Il morto al salterio

Il morto per finta

Il morto sul serio.

E l’uomo che veste il morto: “m’inventro…”

Lo muove e lo sposta con mille cure

Guarda un involucro “…e chi c’era dentro…”

Si chiede “…dov’è che è andato a finire?”.

Il morto per caso

Il morto ammazzato

Il morto appeso

Il decapitato.

Il morto da poco

Il morto che tarda

Il morto per gioco

Il morto che parla.

Per chi all’obitorio il morto giace,

Ci son meccanismi da sempre in uso

Riceve fiori, cordoglio, una prece,

Finché giunta l’ora non viene chiuso.

Il morto normale

Il morto che … insomma

È rimasto uguale

Sembra che dorma.

Il morto da tempo

Quello di giornata

Il morto “è uno scempio!”

Il morto a chiamata.

E le Parche giudici mai considerate

Tendon sul tuo capo la lama di rasoio

E svolgi le matasse con giornate avolterate

Finché Atropo ti taglia dal suo filatoio.

Il morto per sbaglio

Il morto per scelta

Il morto a serraglio

Il morto alla svelta.

Il morto nel sonno

Il morto cremato

Il morto in autunno

Quello bendato.

E a guardar tutti seduta e arcigna

La morte che gufa, la morte che ghigna.

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