Il beccamorto

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Tra i nomignoli che ci affibbiano più spesso c’è quello di becchino o beccamorto.
In tempi recenti su Facebook si sono diffuse leggende di ogni genere, relative all’origine di queste nomenclature, e altre legate al mio mestiere.
Alcune sono totalmente false, altre solo in parte vere.

Il beccamorto o becchino riassume in un solo individuo i compiti che oggi sono divisi tra più figure professionali.

Gli studiosi del medioevo ci hanno tramandato un sapere fondamentale ma l’aspetto medico e mortuario erano molto semplificati, non tanto a causa delle minori conoscenze, ma della scarsità di strumenti e pulizia.

Nel medioevo oltre alla normale attività necrofora, si aggiunse l’incredibile mole di decessi, dovuti a pestilenze o epidemie. Le città avevano spesso un odore nauseabondo, specialmente nei periodi caldi.

In questo periodo i necrofori oltre a assumere un ruolo importante per la salute pubblica, avevano il compito di girare per boschi e campagne in cerca di persone decedute in totale solitudine, allo scopo di dare loro degna sepoltura.

Era necessario che si tutelassero dal pericolo di aggressioni da parte di banditi o disperati. Probabilmente è per questo che il becchino assunse una sorta di divisa,  che fosse al tempo riconoscibile da tutti e incutesse timore, sfruttando la grande superstizione delle persone.

Il loro aspetto li faceva somigliare a dei corvi, animali che all’occorrenza si cibano anche di carogne e, come i gatti neri, nella mentalità medioevale portavano sfortuna e malaugurio.

La questione sull’origine del nome si disputa su più aspetti che possono derivare da quanto segue.

I becchini indossavano vesti nere. La mantella aveva un cappuccio che concludeva con una punta, chiamata becca.

Indossavano una maschera rigida, concettualmente molto innovativa, che proteggeva gli occhi (quando venivano bruciate le vittime di un’epidemia, il fumo era insopportabile) e impediva l’inalazione dei cattivi odori. Si chiudeva in una specie di becco in cui inserivano essenze profumate e tessuti che filtrassero gli effluvi esterni. La leggenda vuole che fosse con questo becco che pungevano i defunti nelle parti sensibili (alluci, fianchi, parti intime) per verificarne l’effettiva morte. Ma lo escludo.

All’epoca molti becchini erano anche medici e giravano con una bacchetta che serviva per toccare gli ammalati e forse poteva servire per pungere (beccare) i defunti per i soliti motivi.

La faccenda che i beccamorti fossero chiamati così perché mordevano gli alluci ai defunti per scongiurare morti apparenti è certamente assurda.